Gli annunci legati al miglioramento delle condizioni economiche dell’Italia si scontrano spesso con la quotidianità in cui bisogna prendere atto del fatto che nel 2015 ogni giorno sono scomparse ben 30 imprese.
Confesercenti punta il dito contro i locali commerciali sfitti che aumentano di numero. Secondo il presidente Vivoli ci dovrebbe essere un patto tra i commercianti e i proprietari dei negozi e le amministrazioni comunali al fine di rivitalizzare gli spazi che possono garantire un aspetto diverso alla città e favorire anche la nascita di nuove imprese. A livello fiscale si parla di un volume d’affari di 1,5 miliardi di euro.
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Come reagire quindi alla desertificazione? La prima ricetta contro questa crisi che nel 2015 ha fatto sparire dalla circolazione 30 imprese ogni giorno, è negli affitti a canone concordato e nello sfruttamento della cedolare secca. Sarebbe un peccato non approfittare del clima positivo generato dalla ripartenza lenta dei consumi. Anche se la crisi del commercio non è finita, ci sono tutti gli elementi per invertire la tendenza.
I dati di Confesercenti con cui l’associazione ha dato l’allarme sono questi: in Italia ci sono ormai oltre 627mila locali commerciali sfitti per mancanza di un’impresa che vi operi all’interno, quasi il 25% del totale disponibile, con valori percentuali che in alcune periferie sfiorano il 40%.
E dal 2012 ad oggi sono state oltre 300mila quelle che hanno cessato l’attività: un enorme numero di unità immobiliari che si sono liberate sul mercato in un periodo di tempo ridotto, cui vanno sommati i locali lasciati vuoti dalle imprese plurinegozio che, con il perdurare della crisi, hanno ridotto il numero di punti vendita.
La desertificazione colpisce il territorio con una diffusione a macchia di leopardo, ma è generalmente più evidente nei piccoli centri e nelle zone periferiche delle grandi città, dove ormai si trovano serrande calate anche nei centri commerciali. Il più alto numero di negozi sfitti si trova nelle regioni a maggiore densità di locali ad uso commerciale: Lombardia, (oltre 82mila) Campania (quasi 70mila) e Lazio (circa 62mila).