Inflazione e fisco stanno mettendo in ginocchio gli italiani. La loro azione sugli stipendi degli italiani continua inesorabilmente portando a perdite di centinaia di euro ogni anno.
► L’inflazione pesa più dell’Imu
E’ quanto emerge dal rapporto La dinamica salariale tra inflazione, federalismo e fiscal drag curato da Cer (Centro Europa ricerche), dalla Fondazione Di Vittorio e dall’Ires Cgil. Il rapporto è stato presentato questa mattina alla presenza del segretario della Cgil Susanna Camusso.
Il periodo che è stato preso in considerazione nel rapporto è quello che va dal 2001 al 2013: i dati mostrano come in questo decennio abbondante ci siano stati diversi profili temporali, un primo, tra il 2001 e il 2007, durante il quale gli stipendi sono cresciuti anche di 5 punti ogni anno, seguito da una seconda fase, dal 2007 e il 2013 in cui la crescita è stata sempre negativa.
Prendendo in considerazione tutte le variabili del caso gli stipendi degli italiani hanno mostrato una flessione di oltre l’1% nell’arco di dodici anni.
► Gli stipendi di italiani tra i più bassi d’Europa
A pesare sui salari il prelievo fiscale, tra mancate correzioni e inasprimenti delle addizionali regionali e comunali, che ha portato alla triplicazione delle imposte sui salari per un prelievo ingiustificato che alla fine di quest’anni supererà i 10 miliardi di euro.
L’aumento contributivo, in termini di soldi e non di percentuali, è stato di 500 euro all’anno per i single e di ben 600 per le persone sposate.