Lo shutdown che in questi giorni ha colpito gli Stati Uniti, cioè la riduzione dei servizi non essenziali alimentati dalle risorse federali ha avuto quasi da subito effetti decisivi sui mercati, così come annunciato già in precedenza dagli economisti. Tra le conseguenze che si possono elencare in seguito al blocco dei fondi per la macchina statale americana vi è, dunque, anche una generale riduzione delle quotazioni internazionali del petrolio.
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Si tratta del primo effetto di più vasta portata sull’economia americana, che in periodo di shutwdown perde quello slancio verso la ripresa che l’aveva caratterizzata negli ultimi mesi. La diminuzione del prezzo del petrolio, tuttavia, se non viene ben accolta in ambito internazionale e finanziario, almeno nel nostro Paese si fa portatrice di una nota positiva.
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Il calo del prezzo dell’oro nero porta infatti con sé anche la diminuzione dei prezzi al consumo dei carburanti, all’interno dei quali sono compresi sia la benzina che il diesel. Cosa del tutto ben accetta dagli automobilisti italiani, che in seguito all’aumento dell’aliquota dell’IVA a partire dallo scorso primo ottobre, già attendevano forti rincari in tutto il settore.
Il calo del prezzo del petrolio, invece, ha avuto quasi l’effetto di calmierare l’aumento della benzina e del diesel in Italia, che ad oggi mostrano prezzi ancora abbastanza stabili. Il costo medio di un litro di benzina è infatti pari al momento a 1,809 euro al litro, mentre quello del diesel è pari a 1,734 euro al litro. Il Gpl segue i due carburanti più costosi a 0,821 euro al litro.