Un mutuo, come possiamo immaginare, è un prestito di denaro, di una bella somma di denaro, finalizzato all’acquisto di un immobile o alla copertura delle spese di ristrutturazione. In genere la banca che eroga il mutuo, rivuole poi i soldi con gli interessi.
► I mutui al 100 per cento non esistono più
Il tasso d’interesse per definizione è il costo che il mutuatario deve pagare per rimborsare il prestito ottenuto e dipende molto spesso dall’importo erogato e dalla durata del piano d’ammortamento. Il tasso d’interesse è generalmente espresso in percentuale e in alcuni casi si compone avendo come riferimento degli indici sintetici. Per esempio il tasso d’interesse applicato ai mutui variabili è legato all’Euribor di periodo cui si somma lo spread.
► Inversione di tendenza per l’Euribor
Lo spread, è il guadagno marginale della banca sul prestito e in genere è compreso tra l’1 e il 2 per cento ma in momenti di crisi con i tassi BCE molto contenuti, le banche possono avere il desiderio di incrementare i guadagni giocando sulla stabilità dei TAEG applicati ai consumatori finali.
Il tasso d’interesse, fisso o variabile, è uno dei dubbi più consistenti degli aspiranti mutuatari. Oggi esistono numerose forme di finanziamento che vanno al di là di questa dicotomia, per esempio il tasso misto o il tasso variabile con cap, o addirittura il mutuo a rata costante. Tutti cercano di andare incontro alle esigenze mutevoli dei mutuatari.