Rimangono sostanzialmente paralizzati gli indici dei listini mondiali, in attesa di conoscere le decisioni di Politica Monetaria da parte della Federal Reserve, la Banca Centrale Americana.
In sostanza gli operatori non comprendendo quali mosse è in base a quali motivazioni potrebbe essere modificata la struttura degli aiuti economici che la Fed ha attivato in aiuto alla crescita dell’economia americana e per esteso dell’intera economia mondiale, rimangono praticamente immobili o effettuando piccole operazioni di compravendita nel breve periodo piuttosto che investimenti di lungo termine.
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Infatti per quel che riguarda ad esempio il mercato dei Bond, nel caso di scenari volatili potrebbero offrire rendimenti interessanti le scadenze più lunghe, sempre che l’investitore sia predisposto ad accettare una buona dose di rischio. Mentre nel caso parallelamente opposto, nel caso di poca propensione al rischio, sarebbe più opportuno indirizzarsi con una quota rilevante verso scadenze più brevi.
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Il livello del rendimento teorico che il portafoglio promette nel primo caso è certamente superiore, rientra a livelli molto inferiori, nel secondo caso. È importante sottolineare come ci sia una maggiore rischiosità collegata ai tassi soprattutto per i titoli a lunga scadenza.
Ma come detto tutto dipenderà dalle scelte che effettuerà il Fomc, cioè il braccio decisionale della Federal Reserve. Secondo l’analisi condotta da Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets, rileva che da parte degli investitori persiste l’attesa di un chiarimento da parte della Banca Centrale Americana, in merito alle politiche monetarie future.