Nel 2012 Marchionne tenne a precisare che al governo non sarebbe stato chiesto nulla, se non di poter lavorare in un Paese competitivo. Marchionne chiarì anche la posizione della Fiat verso l’Inps, l’ente che gestisce gli ammortizzatori sociali. I contributi versati da Fiat per la Cig e la Cigs, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, sarebbero stati superiori rispetto a ciò che l’azienda riceveva.
Oggi la situazione è cambiata. Le vendite di Fiat sono diminuite del 7,3%. E oggi Fiat chiede all’Inps più risorse di quante non ne versi sotto forma di contributi. La cassa integrazione continua perché, con un mercato in calo in Italia, in quanto l’azienda non è propensa ad investire in Europa anche se i suoi concorrenti continuino a farlo.
>Fiat, in frenata la vendita auto
Se le perdite in Europa sono diminuite è grazie a un contenimento dei costi nel quale la cassa integrazione ha un ruolo. L’Imps tiene riservata la posizione delle singole aziende e fonti vicine affermano che sulla base dell’andamento recente è probabile che il saldo con l’Inps oggi è negativo.
>In ripresa il mercato europeo dell’auto ad ottobre 2013
Nel 2012 il gruppo Fiat ha venduto in Italia 415 mila auto, il 46% meno rispetto al 2007. Ancor meno la produzione, solo 394 mila. Quindi anche l’unico grande gruppo automobilistico italiano importa i suoi stessi prodotti nel proprio paese di origine. Quindi in Italia non conviene più produrre auto su vasta scala a condizioni economiche svantaggiose, conviene andare fuori.
E Marchionne va avanti con l’integrazione con Chrysler. Per il nuovo gruppo che dovrebbe nascere, il Lingotto vuole un nuovo nome, ma in ogni caso gli equilibri della compagnia saranno spostati.