Il lasso di tempo tra la conclusione del terzo trimestre e l’inizio del quarto è stato caratterizzato da fatti esterni agli Stati Uniti. La Federal Reserve non ha proseguito con il tapering del programma di allentamento quantitativo (QE). Il governo americano non si è accordato sul bilancio per il 2014 e questo ha prodotto uno shutdown parziale dei servizi pubblici. Nonostante l’accordo giunto all’ultimo minuto abbia permesso a Obama di riattivare le attività e di ingrandire il tetto sul debito, la soluzione trovata è solo temporanea.
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Comunque in base a questo quadro politico, la Federal Reserve non cambierà il programma di tapering fino al primo trimestre del 2014. È quanto sostiene uno studio condotto dalla banca d’affari J P Morgan che spiega come questo posticipo della riduzione del QE potrà avere alcune implicazioni per i mercati delle valute:
- • La ripresa del dollaro americano è stata ritardata. Di conseguenza, siamo meno aggressivi sulla nostra posizione rialzista sull’USD rispetto alle altre valute del gruppo del G10.
- •Le valute “risk on” probabilmente resteranno ben sostenute fino a fine anno. Dati i considerevoli disinvestimenti su molte valute emergenti durante l’estate, il posizionamento ora è molto più leggero. Anche le condizioni finanziarie si sono allentate, grazie al rinvio del tapering. Tutto questo rappresenta un quadro di breve termine favorevole al rischio.
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- •Le valute ad alto rendimento probabilmente dovranno comunque affrontare delle sfide quando il taperingsarà avviato. Il rinvio della riduzione del QE offre ai paesi un periodo di tempo limitato per affrontare i propri problemi strutturali. Tuttavia, si tratta di problemi complessi da risolvere e riteniamo che potrebbe essere necessario un ulteriore indebolimento delle valute.
- •Implicazioni positive per le valute a basso rendimento. Tali valute, di economie ben collegate al ciclo economico americano, probabilmente avranno una buona performance nonostante il rialzo dei rendimenti statunitensi.