Le sofferenze bancarie sono un problema sociale diffuso. Lo ha affermato recentemente il presidente dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, in occasione dello svolgimento di un seminario sulla gestione bancaria.
Il presidente dell’ABI ha voluto infatti sottolineare con questa frase quanto le sofferenze bancaria non riguardino una piccola fetta dei clienti delle banche, ma interessino tutta la platea dei consumatori in generale.
> I crediti in sofferenza delle banche italiane aumentano del 22% nel 2013
Negli ultimi mesi, infatti, secondo le ultime stime e le ultime statistiche elaborate da Bankitalia, le sofferenze accumulate dalle banche e dagli istituti di credito italiani hanno superato i 140 miliardi di euro. Una cifra che è quasi un record storico e che interessa tutti i rami del credito. All’interno dei cosiddetti crediti difficili si nascondono sia mutui in sofferenza che prestiti in sofferenza, ma anche una serie di crediti non esatti dovuti alle più diverse ragioni.
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Spesso si tende a pensare, però, che le sofferenze bancarie siano costituite da pochi grandi prestiti erogati a singoli clienti. Quello che invece il presidente dell’ABI Patuelli ha tenuto a sottolineare è il fatto che i crediti difficili hanno in realtà una dimensione molto più orizzontale, riguardano cioè anche i piccoli clienti e danno concretamente l’idea della realtà e della diffusione della crisi economica.
Ad una analisi più approfondita, infatti, sono così costituite:
- l’84,2% è costituito da prestiti con un importo fino a 125 mila euro
- oltre il 15% da prestiti con importo tra 125 mila euro e 25 milioni di euro
- lo 0,03% è costituito da prestiti oltre 25 milioni di euro.