In seguito alla decisione della cancellazione della seconda rata Imu su prime case e terreni agricoli, rimane il problema dei Comuni che hanno fissato l’ aumento delle aliquote oltre quella ordinaria del 4 per mille per cui la metà dell’extragettito sarà ancora a carico dei contribuenti. Quindi per chi risiede nei Comuni che nel 2013 hanno aumentato le aliquote Imu è prevista una mini-stangata da 42 euro.
Quindi sarebbero ancora una volta i contribuenti a dover sopperire al pagamento del 50% delle risorse aggiuntive, previsto per il prossimo 16 gennaio. Anche se è stata prevista l’eliminazione della seconda rata Imu, non ci sono coperture sufficienti per sostenere quel piccolo gettito in più che gli enti locali si volevano assicurare aumentando le aliquote sulla prima casa rispetto al livello standard del 4 per mille. Ne fanno parte 873 Comuni tra cui 11 città capoluogo.
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Ad oggi sono tutti convinti che la mini-Imu 2013 sulla prima casa debba essere evitata. Il ministro dell’Economia, Saccomanni, tra le nuove soluzioni pensa anche a far pagare la tassa il 16 gennaio e poi restituirla, ma la proposta non incontra il favore di molti.
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L’unica alternativa possibile è trovare i circa duecento milioni di euro che necessitano. Prima di pensare a dove trovare le risorse, va calcolata esattamente la spesa, cioè quanto serve per coprire il 40% della differenza tra l’aliquota base dello 0,4% e quella decisa dai comuni, tenendo conto che il decreto che ha eliminato la prima rata dell’Imu sulla prima casa ha fissato al 30 novembre il termine per le delibere comunali di modifica delle aliquote e la loro pubblicazione entro il 9 dicembre.