Trainati dai guadagni ciclici di mercato, i prezzi delle commodity sono molto vicini ai livelli del 2010 alcuni, come il Nickel, sono addirittura più alti.
I Trend sui prezzi industriali hanno innescato preoccupazioni che potrebbero avere lo stesso impatto sui prezzi al dettaglio che è già avvenuto per i paesi emergenti. Finche saranno in testa nel trend di recupero, i paesi emergenti sono quelli più esposti all’aumento dei prezzi delle commodity. E, dal momento che ora sono proprio loro a guidare la crescita della domanda, ci sono proprio loro dietro l’ondata di aumento dei prezzi.
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Nel 2013, altri fattori, come le condizioni climatiche che hanno ridotto l’offerta, hanno giocato un decisivo ruolo sui prezzi dei prodotti agricoli. Infine, bassi tassi di interesse hanno incoraggiato gli investitori ad anticipare la domanda, sia direttamente che tramite ETF, aumentando cosi la domanda. Qualunque siano le origini di questa inflazione e sebbene per ora stia rallentando, l’aumento dei prezzi è stato sufficientemente forte e di impatto globale negli ultimi mesi da rendere gli investitori incerti sugli sviluppi futuri.
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Una seconda conseguenza del fenomeno potrebbe venire dall’aumento dei salari che potrebbe innescare una pericolosa spirale rialzista, se i periodi inflazionari visti negli anni passati sono da considerarsi un buon indicatore. I paesi sviluppati sono un po’ indifferenti a questi trend poiché voci di una possibile deflazione non sono del tutto sparite.