Confcommercio giudica insostenibile il peso del fisco

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 Confcommercio sostiene che la pressione fiscale rimarrà al 44% fino al 2016. Realtà “insostenibile” e “incompatibile” con qualsiasi ipotesi di ripresa.

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La prospettiva di Confcommercio è che il carico fiscale aumenterà di 80 miliardi di euro, tra il 2013 e il 2017 arrivando a toccare 770,6 miliardi di euro, tra carico contributivo e tributario. In aumento anche la spesa pubblica che raggiungerà circa 50 miliardi in cinque anni, pesando 852,4 miliardi. Se la pressione fiscale nel 2012 è stata pari al 44% del Pil, nel 2013 sarà pari al 44,3%. Confcommercio-Cer dicono che nel 2014 si attesterà al 44,2%, al 44% nel 2015 e al 43,7% nel 2016. Secondo il governo, con la Legge di Stabilità, la pressione fiscale da ora al 2016 dovrebbe scendere al 43,3%, quindi più di quanto stimato da Confcommercio.

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Ma il presidente dei commercianti, Carlo Sangalli, evidenzia che con la legge di Stabilità “non c’è stata una grande operazione meno spesa meno tasse, ma si prosegue facendo quadrare i conti attraverso la leva fiscale. Stando così le cose – aggiunge – il 2014 non sarà l’anno della ripresa, con il rischio che la crisi economica si trasformi in crisi sociale”.

In merito al lavoro dei commercianti, la spesa in conto capitale diminuisce di 4 miliardi, passando da 47 a 43 miliardi tra il 2012 e il 2017 dimostrando che “non ci sono investimenti aggiuntivi”. Il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, spiega che l’odierno carico “tributario e contributivo è incompatibile con qualsiasi tipo di ripresa. Atteso che la pressione fiscale non scenderà, non possiamo avere una visione favorevole sulle prospettive future”.

 

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