Questa mattina Standard and Poor’s ha confermato che la valutazione per l’Italia con un rating a lungo termine BBB. Per l’agenzia di rating l’outlook rimane negativo e il rating di breve termine è a A-2.
Nella nota di Standard and Poor’s si legge che le prospetive di crescita dell’Italia sono ancora contraddistinte dalla debolezza e che il debito pubblico continua a essere uno dei più alti tra tutti i Paesi su cui si ha un rating. Inoltre, il meccanismo di trasmissione monetaria viene definito come indebolito. Da questo dipendono le condizioni più chiuse nel credito per i privati e il rischio del peggioramento della situazione a livello finanziario.
Per Alessandro Tentori di Citi, la crescita è sempre bassa e la stabilità politica sempre in discussione. Inoltre, la liquidità che la Banca centrale europea (Bce) ha passato alle banche non si è tradotta in finanziamenti e investimenti sia per le banche stesse sia per un problema strutturale di domanda. Il fatto che le piccole e medie imprese non vogliono più investire influenza in maniera negativa l’occupazione e la crescita.
Standard and Poor’s afferma che sono necessarie le riforme nell’ambito lavoro, servizi, energia e fisco e dice anche che è difficile che le stesse possano essere realizzate nei prossimi due anni. La situazione dipende anche da quella politica e da come questa evolverà in questi mesi e in questo anno.
L’agenzia di rating afferma anche che la legge di stabilità del governo Letta è un primo passo verso la realizzazione di queste riforme, in quanto contiene l’abbassamento delle tasse sul lavoro e le imprese, ma l’effetto di questi per Standard and Poor’s è limitato allo 0,2% del Pil.
Le agendie di rating Moody’s e Fitch hanno anch’esse per l’Italia un outlook negativo. Il rischio è che il governo non riesca a realizzare le politiche per la crescita e a evitare il peggioramento superiore alle previsioni degli indicatori finanziari.