In Italia la questione della disoccupazione giovanile è un’emergenza sempre più grande. Il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 41,2% e questo significa che circa un giovane su due tra i 15 e i 24 anni non ha un lavoro. La situazione della disoccupazione generale si aggrava quindi quando si parla di giovani. Le aziende non assumono, anche per i costi alti del lavoro in Italia, o assumono con contratti temporanei. E i giovani che fanno?
Per i dati dell’Istat sui “Neet“, non solo un giovane su due non lavora, ma molti di quelli disoccupati nemmeno studiano. In sostanza, alcuni giovani non fanno niente. Il “Neet” è un’espressione di origine inglese, significa “Not engaged in Education, Employment or Training” che tradotto vuol dire appunto che non lavorare, non studiare e non essere all’interno di un percorso di formazione o di stage. I dati dell’Istat hanno mostrato che il 27% dei giovani tra i 15 e i 34 anni sono “Neet”. Sono tanti quindi quelli che non lavorano, non studiano, non stanno facendo un percorso di formazione o uno stage. Un dato preoccupante per il presente e per il futuro dell’Italia.
Lo studio dell’Istat ha mostrato che nel terzo trimestre del 2013, i giovani con meno di 35 anni in questa situazione sono 3,75 milioni. I numeri crescono al sud raggiungendo il 36,2%. Nel mezzogiorno, quindi, i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi di formazione o stage sono circa 2 milioni. Il problema per questi giovani è che l’inserimento lavorativo è considerato molto difficile. Quindi, non è solo il dato sulla disoccupazione giovanile a preoccupare, ma anche l’assenza totale di progetto e di opportunità che rende la situazione di alcuni giovani disperata e rinunciataria non lasciando molte possibilità alla crescita e allo sviluppo personale.