Forse non tutti sanno che il sistema imprenditoriale italiano può beneficiare dell’aiuto di un apposito Fondo per la competitività e lo sviluppo, all’interno del quale vengono raccolte risorse che dovrebbero essere poi ridistribuite a chi ne fa richiesta. Sembra però che questo strumento di così grande importanza in un momento in cui la morsa del credito ancora aggredisce il mondo imprenditoriale italiano da più parti non funzioni ancora alla perfezione.
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A sollevare il problema ci ha pensato la Corte dei Conti, che ha rilevato come in sei anni, su 663 milioni di euro a disposizione delle imprese, ne siano stati spesi solo 23, una cifra pari solo al 3 per cento.
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Il Fondo per la competitività e lo sviluppo è stato in realtà varato con la Finanziaria del 2007, ma ora, a distanza di anni, si nota la poca efficacia dello strumento.
La Corte dei Conti ha infatti messo in luce che al 30 giugno 2013 dei tre progetti avviati nel campo del made in Italy, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile, solo tre programmi erano stati portati a termine, senza contare il fatto che non era stata data attuazione alle azioni connesse ai progetti stessi.
Il Fondo, quindi, nel suo complesso appare oggi come una buona occasione persa. Tra le cause della poca efficienza di questo strumento ci sono senza dubbio i lunghi tempi di attesa per avere le concessioni, che potevano occupare anche 23 o 25 mesi, la poca stabilità dei programmi, l’incertezza degli altri istituti organizzativi deputati al funzionamento.