La discesa dello spread ha influenzato positivamente le scelte degli investitori che oggi ritengono più sicuro investire in Italia. E lo ha dimostrato l’asta odierna del Btp triennale con scadenza dicembre 2016 che ha raggiunto il valore massimo di vendite preventivate. Il Btp triennale ha totalizzato 4 miliardi di euro con un tasso dell’1,51% il più basso dall’introduzione della moneta unica europea (1,79% nell’asta di metà novembre) e con un bid-to-cover sceso a 1,38 da 1,80. Ben vendute anche le altre due emissioni di oggi con le quali il Tesoro ha messo sul mercato un totale di 8,195 miliardi di euro di Btp suddivise tra le 3 scadenze a fronte di un’offerta compresa tra 6,75-8,25 miliardi.
“L’asta di stamane è risultata particolarmente interessante soprattutto per quanto riguarda il segmento a 7 anni, alla sua prima riapertura dal collocamento sindacato di fine 2013. Il bid-to-cover del titolo conferma l’interesse per il segmento, sul quale si è vista anche una buona partecipazione degli investitori esteri. In futuro, vale a dire nel corso del 2014, ci aspettiamo che le emissioni del 7 anni costituiranno il 18% delle emissioni totali di Btp nominali”, ha spiegato a caldo Chiara Manenti di Intesa Sanpaolo.
Lo spread tra Btp/Bund è in salita a 208 punti base con un rendimento del btp a dieci anni italiano al 3,92%. Anche se rimane ancora contenuto, il tasso risente di qualche preoccupazione destata dalle vicende politiche italiane. Le voci sempre più insistenti di un possibile rimpasto di governo, ha spiegato uno strategist all’agenzia MF-Dowjones, stanno “non dico intaccando la fiducia degli investitori sull’Italia, ma sicuramente creando disturbo sul mercato obbligazionario del Paese, anche perché riguarderebbero Fabrizio Saccomanni, figura chiave in un momento in cui l’Italia sta cercando di uscire dal tunnel della crisi”.