Il ministro per la Funzione pubblica, Giampiero D’Alia, ha confermato la regolarizzazione di oltre 200mila precari della pubblica amministrazione chiarendo che gli impegni per la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato sono stati inclusi dal governo nel decreto 101, convertito in legge nei mesi scorsi. Il governo mira all’assunzione a tempo indeterminato dei precari più meritevoli, che verranno selezionati mediante procedimenti di assunzione speciali con riserva di posti.
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Probabile la proroga dei contratti a termine oltre il limite dei 36 mesi, dipendente dall’avvio delle procedure di stabilizzazione. L’art. 35, inserito dalla Legge di Stabilità 2013, e l’art. 4, regolano due differenti procedimenti speciali di reclutamento per favorire il personale precario delle pubbliche amministrazioni, indirizzate alla valorizzazione delle professionalità conseguite e, allo stesso tempo, alla riduzione del numero dei contratti a termine nel pubblico impiego.
I due interventi normativi prevedono l’introduzione di ‘percorsi di accesso mediante un reclutamento ispirato alla “tenure track, nel rispetto dell’articolo 97 della Costituzione e dei limiti alle assunzioni, nonché interventi volti a contrastare l’uso improprio e strumentale delle tipologie contrattuali di lavoro flessibile con disciplina della responsabilità dirigenziale e delle sanzioni da applicare per il caso di abuso’.
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Ma secondo la Corte europea, il contratto nazionale che stabilisce le regole cui sono soggetti i dipendenti pubblici e i propri datori di lavoro durante le ore di attività in ufficio contrasterebbero con la direttiva del Consiglio del 28 giugno 1999, in base all’accordo quadro tra Ces, Unice e Ceep. Questa vieta espressamente di modificare qualsiasi rapporto a termine in un’assunzione a tempo indeterminato negli uffici pubblici, così come previsto dal nuovo provvedimento del governo.