Le stime Istat parlano di un tasso d’inflazione medio annuo per il 2013 pari all’1,2%, in decisa frenata rispetto al 3,0% registrato nel 2012.
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Aggiunge che è il livello più basso dal 2009. «La dinamica dei prezzi al consumo nel 2013 riflette principalmente gli effetti della debolezza delle pressioni dal lato dei costi, in particolare degli input energetici, e quelli dell’intensa e prolungata contrazione della spesa per consumi delle famiglie». In questo modo l’Istat spiega il forte rallentamento dell’inflazione. «In questo quadro l’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva, entrato in vigore all’inizio di ottobre 2013, ha esercitato sull’inflazione un effetto parziale e modesto».
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Secondo Coldiretti il calo dei consumi nel 2013, è dovuto al fatto che più di due italiani su tre (68 per cento) hanno ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento e più della metà ha rinunciato a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici e molto altro ancora. Una situazione provocata dalla recessione che ha fatto scendere i consumi in Italia del 9 % negli ultimi 5 anni, tanto da toccare nel 2013 il livello più basso dal 1997. La condizione economica generale italiana si riflette sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull’andamento dei consumi. La crisi ha fatto ridurre tutte le voci di spesa da parte delle famiglie. E sul 2014 conclude la Coldiretti influisce il fatto che solo il 14 % delle famiglie italiane pensa che la propria situazione economica migliorerà, mentre per il 35 % pensa che peggiorerà e il 51 % pensa che non cambierà.