► Se i mutui sono costosi è colpa dello spread
Quindi, oltre al fatto che le banche sono sempre meno propense a concedere prestiti e mutui, sia alle famiglie che alle aziende, e, nei pochi casi in cui lo fanno, cercano di assicurarsi di ottenere indietro una somma più che sostanziosa. Infatti, seguendo quanto calcolato, per un mutuo trentennale di 100mila euro, in Italia si applica un tasso di interesse pari al 4,64% contro il tasso del 3,45% che viene applicato in Francia o Germania o in altri paesi dell’Unione.
Così, la rata mensile di un italiano è di 515 euro, quella del francese si ferma a 446. Facendo il calcolo sulla durata del mutuo, gli italiani pagano 24.840 euro in più rispetto agli altri europei.
Com’è possibile tutta questa differenza?
I tassi si calcolano a partire dall’Euribor o dall’Eurirs, ai quali, poi, viene sommata la percentuale relativa allo spread, ossia la percentuale di guadagno della banca. In Europa la politica attuale è quella di rilanciare i consumi proprio attraverso l’abbassamento dei tassi di interesse, ma poi in Italia, come non accade in altre parti, i tassi bassi diventano l’occasione per gonfiare i guadagni delle banche.
► Tutto sui tassi d’interesse dei mutui
A tutto discapito dei consumatori e dell’economia in generale. Come spiega Elio Lannutti di Adusbef:
Gli istituti finanziari italiani approfittano dei tassi bassi, ai minimi storici, per applicare spread altissimi, guadagnando così cifre esorbitanti sui mutui, come sui prestiti. Arrivano ad applicare ai mutui a tasso variabili spread dal 2,7 al 4,50%, per i fissi si arriva anche al 5%. Aggiungendoci i tassi Euribor o Eurirs, ecco che si raggiungono picchi del 4,50 per i variabili e del 6,8 per i fissi. Che si traduce in un vero e proprio salasso per i consumatori.