Per aprire un conto deposito, il sottoscrittore deve avere un conto corrente tradizionale presso una banca. Quindi in base a un rendimento prestabilito, il cliente accetta di versare il proprio capitale in questo conto senza usarlo per un periodo prestabilito, solitamente il minimo è tre mesi, il massimo è 30.> Quali conti deposito rendono di più
Le banche che offrono questo prodotto, impiegano le somme depositate dai clienti in strumenti finanziari a basso rischio, ma con un rendimento superiore o almeno pari a quello offerto ai depositanti. Solitamente, li investono in obbligazioni, titoli di Stato e prestiti, soprattutto nella forma di mutui a privati e imprese.
> I migliori conti deposito a gennaio 2014
Se un conto deposito rende il 3% significa che il gestore ha investito in un prodotto che rende più del 3%, o il 3% (nessuna perdita). Quindi, anche se la strategia di investimento ha un costo maggiore, il fine è quello di acquisire nuovi clienti tramite offerte promozionali.
I conti deposito hanno conosciuto una grande crescita negli ultimi anni, grazie soprattutto agli ottimi rendimenti. Oggi il contesto sta cambiando. Nell’ultimo anno, i rendimenti medi sono calati di circa un terzo, penalizzando soprattutto i vincoli a breve termine.
E la Legge di Stabilità ha aumentato l’imposta di bollo per i conti correnti e deposito. Da gennaio si è andati dallo 0,15% allo 0,2%, senza più il minimo di 34,20 euro (sono esentati i conti con una giacenza media annuale inferiore a 5.000 euro).
Ma sebbene questo rialzo ciò che continua a spingere sempre più risparmiatori verso questi prodotti è la garanzia data dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che, ad esempio, i fondi comuni non hanno.