I sindacati Fim, Fismic, Ugl, Uilm e Quadri hanno stipulato un accordo presso l’assessorato regionale al Lavoro di concerto con la Fiat al fine di procrastinare di un anno la cassa integrazione straordinaria relativa ai 730 lavoratori delle Presse di Mirafiori.
La Regione Piemonte aveva chiamato a colloquio tutte le parti in causa per un’analisi congiunta inerente alla proroga ma qualcosa non è andata per il verso giusto.
Pesante l’accusa della Fiom-Cgil, la quale sottolinea che le altre organizzazioni sindacali hanno rifiutato di sedersi allo stesso tavolo della Fiom-Cgil.
Quest’ultima ha poi aggiunto che l’azienda del Lingotto ha ribadito le ragioni per le quali è stata chiesta la cassa, ma ha rifiutato di far visionare l’accordo alla stessa Fiom.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ha commentato l’accaduto evidenziando l’incomprensibile volontà degli altri sindacati di non sedersi allo stesso tavolo con la Fiom-Cgil: un comportamento che non sa come spiegarsi, dal momento che si parlava di cassa integrazione e non del contratto separato Fiat.
Nel contempo Bellono trova alquanto incredibile che l’azienda non abbia ritenuto di far visionare a Fiom-Cgil un accordo che in teoria dovrebbe essere di dominio di tutti i lavoratori ed è a maggior ragione assurdo che abbia ribadito l’assoluta mancanza di volontà di ricercare un possibile accordo con la Fiom-Cgil, tanto più in presenza di un’intesa gia’ siglata in sede aziendale escludendo i delegati sindacali.
Questo da un lato rende, a giudizio della Fiom-Cgil, la procedura svoltasi in Regione non regolarmente conclusa e dall’altro dimostra che non è stata rispettata la pari dignità di tutte le organizzazioni sindacali, per altro ribadita dalla sentenza della Corte Costituzionale. L’esame congiunto presso la Regione Piemonte è dunque per Fiom-Cgil un’opportunità sprecata.