Adesso non c’è più Monti, in realtà ancora non c’è neanche un governo, ma stanno già arrivando i primi avvertimenti da coloro che ci guardano da fuori. Una delle voci che si è levata con maggior forza è quella di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, il quale, in una intervista a Focus, ha dato un aut aut all’Italia: se il nuovo governo, come sembra stia già succedendo, non porterà avanti le riforme intraprese, la Banca Centrale Europea non sarà più disposta a dare aiuti.
Se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani, allora ciò non può e non deve essere un motivo per interventi della banca centrale.
Noi abbiamo sempre sottolineato che la crisi dell’euro sarà superata quando saranno stati risolti i problemi strutturali, soprattutto la mancanza di competitività e l’elevato indebitamento.
I trattati europei parlano chiaro: ogni stato è responsabile delle sue azioni e la BCE non può prendersi carico di problematiche che nascono da un atteggiamento sconsiderato dei singoli governi. Come potrebbe accadere se l’idea di questi giorni, ridurre il debito statale tollerando una maggiore inflazione, prendesse piede:
► Italia senza governo. A pagarne le spese sono i cittadini
Considero pericolosissima questa idea poiché se si tollera l’inflazione, dopo non si riesce più a controllarla.