E così ogni cittadino francese può aprire un conto corrente nel chiosco sotto casa, se è nella lista dei 60 autorizzati dallo Stato. Basta un documento d’identità, un numero telefonico ed essere maggiorenni. Non è richiesto reddito fisso, né indagini sulla situazione patrimoniale né sui precedenti problemi economici. E principalmente alcuna discriminazione, neppure per gli interdetti dai servizi bancari, magari per passivi precedenti circa 2,5 milioni in Francia.
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Chi vuole potrà aprire velocemente un conto corrente, depositare denaro e prelevarlo con una Mastercard valida in qualsiasi sportello in territorio francese e all’estero, ma anche ricevere ed effettuare bonifici. Il costo va tra i 20 e i 50 euro all’anno di spese. I limiti sono: niente assegni, niente crediti o prestiti, niente scoperti. È proibito andare in rosso (il cliente sarà avvertito con un sms) e non è possibile depositare più di 250 euro al giorno e 750 al mese in contanti.
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Questo era già stato fatto a Bruxelles, nel 2007 con l’approvazione di una direttiva che autorizzava ad aprire servizi finanziari ad altri enti, oltre le banche, e che il governo francese faceva propria nel 2009. Due anni dopo, l’ex banchiere Hugues Le Bret, dopo essersi dimesso dalla SocGen conosce Ryad Boulanouar, esperto nelle nuove tecnologie in campo finanziario. Creano una start up e avviano la Fpe, società gestore dei conti elettronici – che appartiene ai due soci per il 56%, ad altri 60 investitori privati per il 39% e alla Confederazione dei tabaccai francesi per il 5%.