La denuncia della Cgia di Mestre: per le piccole imprese la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi all’anno. Per ciascuna di queste Pmi si stima che il peso economico medio sia pari a circa 7.000 euroL’Ufficio studi della Cgia, ha stilato una classifica generale che permette di comprendere quali sono gli Stati europei dove è più semplice fare impresa. Ne scaturisce che nei rapporti con le imprese, la Pubblica amministrazione italiana è la meno efficiente tra i 17 Paesi dell’area dell’euro. Gli altri Stati assicurano dei servizi alle proprie imprese decisamente superiori a quelli offerti dalla nostra Pa.
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L’Italia si colloca al quindicesimo posto a livello Ue, mentre nella graduatoria mondiale al 65mo posto. Dalla Cgia sottolineano che a causa del mal funzionamento della pa e per il peso della burocrazia, l’Italia è in coda alla classifica europea per quanto riguarda gli Ide, gli investimenti diretti esteri. Questo significa che gli investitori stranieri non vengono in Italia in quanto, ad esempio, la giustizia funziona poco e male, il deficit infrastrutturale è tragico, la presenza in alcune aree del Paese della criminalità organizzata ha toccato livelli preoccupanti, ma soprattutto perchè i tempi di pagamento della nostra Pa sono i peggiori d’Europa.
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Per il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, “al sistema delle piccole e medie imprese, che costituisce il 99,9% del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi all’anno. Per ciascuna di queste Pmi si stima che il peso economico medio sia pari a circa 7.000 euro. Tali costi penalizzano di più le piccolissime imprese rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. Ricordo, ad esempio, che il 74% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: pertanto, la gestione degli adempimenti burocratici viene svolta direttamente dal piccolo imprenditore, che, in alternativa, si deve rivolgere ad un libero professionista o ad una Associazione”.