La crisi non lascia l’Italia. Le vendite al dettaglio nel 2013 sono crollate del 2,1% rispetto al 2012. È quanto rilevato dall’Istat, che spiega che è il calo annuo più forte dall’inizio delle serie storiche comparabili, almeno dal 1990. E questa volta il calo è anche negli alimentari (-1,1%). Le vendite al dettaglio di prodotti alimentari registrano, quindi, per l’intero 2013, un calo dell’1,1%. È il ribasso annuo più forte dal 2009. A dicembre del 2013, nonostante le feste natalizie, le vendite al dettaglio sono tornate a calare, scendendo dello 0,3% rispetto a novembre e del 2,6% su base annua. E l’alimentare a livello mensile (-0,5%) è andato in modo peggiore del resto dei prodotti (-0,3%).
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Gli unici che hanno avuto guadagni nell’anno “nero” del commercio al dettaglio sono stati i discount alimentari, che nel 2013 hanno avuto un aumento dell’1,6% nel valore delle vendite a fronte di una flessione dell’1% per l’intero comparto della grande distribuzione (-1,9% gli ipermercati e -1,3% i supermercati). Colpiti maggiormente i piccoli negozi, come le botteghe e altri punti vendita (-2,9%).
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La pesante situazione sul piano dei consumi riflette anche il calo della fiducia dei consumatori che a febbraio è nuovamente scesa dopo il balzo di gennaio. Lo rileva l’Istat che vede l’indice fermarsi al 97, dal 98 del mese precedente. Pesa la componente inerente alla situazione personale, che comprende quella familiare, e al clima odierno. Migliorano al contrario la fiducia per lo stato dell’economia e quella riguardante il futuro, entrambe al top da settembre.