In primo piano ci sono gli interventi economici: “Entro un mese diamo un percorso preciso. Per esempio la riduzione della spesa pubblica, recupera soldi da patti internazionali”. Attenzione, quella del premier focalizzata sulla “riduzione di due cifre percentuali del cuneo fiscale” anche se “ci sono scuole di pensiero diverso, Padoan si è preso tempo per verificarle. Alcuni professori della Bocconi insistono su 20-23 miliardi, altri hanno un’ idea diversa. Un modo è abbassare Irap, un altro è abbassare Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello degli oneri sociali”.
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Il premier si sofferma poi proprio sul rapporto con il neoministro dell’Economia: “con Padoan decidiamo insieme” e sottolineando che “questo è un punto importantissimo, il fatto che non ci sia contrapposizione o un ‘ragioniere’ che dica se una cosa si può fare o non si può fare. Condividiamo l’idea di fondo che se non mettiamo in circolo denari…”.
Soldi che stando al presidente del Consiglio potrebbero arrivare dalla Cassa Depositi e Prestiti che “ci può aiutare a fare quello che ha fatto la Spagna, per circa 60 miliardi di euro, con un effetto benefico immediato. Aiuterà i fondi per lotta al credit crunch, e in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della Pa”.
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Spazio di manovra anche sulle rendite finanziarie: “aumentare la tassazione delle rendite finanziarie, non dico sui Bot ma sulle rendite pure, questo per abbassare il costo del lavoro. Abbiamo una tassazione sulle rendite finanziarie tra le più basse in Ue”. Per Renzi comunque bisogna ”attendere la riforma complessiva del sistema fiscale”. Uno tra i tanti obiettivi finali che si pone: “Non c’è da mediare ma da tirare, da trainare. L’obiettivo finale è la riforma del lavoro, semplificare il fisco, modificare la Pa, cambiare la giustizia, per fare questo sono tutti d’accordo da trent’anni ma poi non lo fanno. Io vado avanti, al massimo mi mandano a casa. Se la politica sbaglia va in malora il Paese”.