La vicenda Mt.Gox, dopo che qualche giorno fa la principale piattaforma di BitCoin era sparita nel nulla, si chiude con un fine tutt’altro che lieto. La piattaforma, infatti, dopo aver mandato in cenere i risparmi di milioni di risparmiatori entrati nell’universo della Cyber-moneta, ha dichiarato bancarotta.
La piattaforma di trading di Bitcoin Mt.Gox, guastatasi per disservizi tecnici e un probabile furto, ha depositato la richiesta di bancarotta protetta per le passività nette di 6,5 miliardi di yen (47 milioni di euro). Sono scomparsi nel nulla 750mila Bitcoin di clienti e 100mila della società, forse per un attacco di hacker, per un valore di 345 milioni di euro.
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La richiesta di bancarotta protetta è stata presentata al tribunale di Tokyo, come ha dichiarato il numero uno di Mt.Gox, Mark Karpeles.
Gli 850.000 Bitcoin complessivi spariti, con ogni probabilità a causa degli attacchi di hacker, rappresentano quasi il 7% dei 12,4 milioni di pezzi in circolazione a livello mondiale.
Il blitz, come ha commentato in una conferenza stampa Karpeles, che si riteneva fosse scomparso nel nulla fino a pochi giorni fa, è avvenuto agli inizi di febbraio. A tal proposito, Mt.Gox ha dato mandato ad alcuni esperti per la presentazione di una denuncia penale sull’accaduto.
Futuro
Ed ora? Cosa ne sarà dell’universo della criptomoneta dopo la bancarotta di Mt.Gox? A far luce sulla questione ci pensa Franco Cimatti. Il presidente di Bitcoin Foundation Italia ha infatti dichiarato:
Il caos attuale è secondo me dovuto a una cattiva informazione da parte dei media. MtGox nel cuore della comunità era già da tempo considerato a rischio, sconsigliato, già dall’inizio del 2013. Non è solo un problema solo italiano, ma diffuso anche al livello internazionale. ‘Mtgox il re del Bitcoin’, ‘La banca dei Bitcoin’, ‘Il centro dei Bitcoin’. Titoli e contenuti come questi si sono trovati sulla maggior parte delle testate giornalistiche, dove le notizie venivano riportate e copiate da altre fonti senza mai andare nel dettaglio.