La passione per il verde interessa il fisco che ha deciso d’imporre l’imposta sul valore aggiunto al 10 per cento per i grassi combustibili estratti dalla flora e dalla fauna, da usare per la produzione di energia elettrica con potenza superiore a 1 kw.
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Da quando è tornato di moda il tema dei combustibili verdi, quelli tutto sommato rinnovabili che non partono dal presupposto di un’intensa attività estrattiva, anche il Fisco ha deciso di rimettere le mani sulla faccenda e chiarire qualche questione.
In particolare si spiega che gli oli e i grassi di origine vegetale e animale, quelli che per la dogana possono essere etichettati con le tariffe 1507 e 1518 dei prodotti energetici, sono da considerarsi equivalenti agli oli indicati nel numero 104 di un documento del 1972, il Dpr 633. Questo vuol dire che deve essere applicata loro l’IVA ridotta del 10 per cento.
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È intervenuta sull’argomento l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione numero 17/E del 18 marzo scorso, dove si spiega anche che per rispondere all’interpello sui combustibili vegetali, è stato necessario anche l’intervento dell’Agenzia delle dogane.
È proprio sulla base della classificazione che alla dogana viene fatta di certi materiali che si è deciso di farli rientrare in una normativa già in essere evitando la proliferazione giuridica a riguardo.