Qualche giorno fa il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato che la Tasi per le imprese è “un’altra botta”. In effetti, l’aumento dello 0,8 per mille dell’aliquota base della Tasi, cui possono fare riferimento i comuni secondo il decreto legge Omnibus per finanziare le detrazioni, si possono applicare a tutti i tipi di immobili come i negozi e i capannoni. Per le imprese questo può essere un peso fiscale più elevato in quanto c’erano già stati degli aumenti e minori agevolazioni decisi per gli immobili delle aziende. Il rischio è che lo sconto per le famiglie venga pagato dalle imprese.
Un aspetto importante è che a livello di consenso politico le famiglie hanno un impatto maggiore delle imprese essendo di più e questo è un elemento che potrebbe portare le imprese a pagare una parte più alta.
► Caos Tasi tra aumento dell’aliquota e detrazioni
Con riferimento alle case di lusso, che sono caratterizzate dalla rendita catastale A1, A8 e A9, queste pagheranno sia l’Imu sia la Tasi con l’aliquota massima per le due tasse del 6 per mille, come quella dell’Imu dello scorso anno, cui si aggiunge il possibile aumento dello 0,8 per mille che stabiliranno i comuni. Questa tipologia di case sono circa 70 mila.
Il regime fiscale complesso scoraggia l’acquisto di una seconda casa e il mercato immobiliare ne risente. Le vendite degli immobili sono in diminuzione ed è aumentata la morosità degli affittuari. In questo modo, le tasse sulla casa non aiutano il mercato immobiliare. Gli aspetti che favoriscono i proprietari sono pochi e tra questi ci sono il finanziamento per le ristrutturazioni e la legge proposta dal ministro delle Infrastrutture Lupi di diminuire le tasse sulla cedolare secca per gli affitti con canone concordato.