Il Governo Renzi ha presentato il suo piano per il rilancio dell’economia italiana, una riforma totale che prevede degli importanti cambiamenti per tutti i cittadini.
Tra questi cambiamenti ci sarà anche un aumento della tassazione delle rendite finanziarie che passerà dal 20% al 26% a partire dal 1° maggio 2014, ma solo per una parte degli strumenti finanziari disponibili.
Su quali strumenti finanziari aumenta la tassazione?
L’aliquota della tassazione sulle rendite finanziarie verrà infatti aumentata di 6 punti per azioni, bond societari, pronti contro termine, fondi comuni d’investimento, polizze e depositi di liquidità vincolati, ovvero tutti gli strumenti che fino ad oggi avevano la tassazione al 20%.
► Pro e contro della tassazione delle rendite finanziarie
Rimane invariata l’aliquota al 12,5% per i Titoli di Stato (Bot, Btp, Ctz, CCT e BTP) e quella all’11% per i fondi pensione e il risparmio previdenziale.
Cosa significa per gli investitori?
Chi ha investito negli strumenti finanziari coinvolti nell’aumento dell’aliquota vedrà ridurre sensibilmente l’importo dei rendimenti. Secondo un calcolo fatto da Panorama.it, per un investimento di 10.000 euro in bond con rendimento del 2,5%, al netto della nuova tassazione il rendimento diminuirà di circa 14 euro, che diventano 140 per un investimento di 100.000 euro.
Aumentando le aliquote per la tassazione delle rendite finanziarie Matteo Renzo si è allineato alla media dell’Unione europea di questa tassazione, che si attesta intorno al 25%.