Dopo il rallentamento del tasso di crescita, attestatosi l’anno scorso a quota 7,7%, il ritmo economico della Cina dà segni di ulteriori rallentamenti e mette in forse gli obiettivi di sviluppo previsti per il 2014 dalle autorità della Repubblica Popolare.
Il governo cinese ha infatti stimato per quest’anno un tasso di crescita pari al 7,5%. Tuttavia, secondo l’ufficio statistico nazionale, gli ultimi dati provenienti sia dal settore industriale e manifatturiero che dal versante dei consumi, indicano che l’incremento della produzione nei due mesi di gennaio-febbraio 2014 ha subìto un drastico rallentamento: è infatti calato all’8,6% rispetto al 9,7% registrato a dicembre ed anche rispetto al 9,5% previsto dagli economisti.
► L’economia cinese cresce meno delle attese
L’indice meno incoraggiante viene dal comparto delle vendite al dettaglio, che si sono contratte su un livello di crescita dell’11,8% , contro il 13,1% di dicembre, mentre le proiezioni statistiche erano fissate su una crescita del 13,5%.
Secondo l’analisi realizzata dalla francese Société Générale, il calo delle vendite è attribuibile alla politica anti-inflattiva e alle misure anticorruzione recentemente avviate dalla Banca Centrale Cinese: il conseguente eccesso di scorte avrebbe a sua volta inciso sui livelli di produzione.
Questi numeri, sempre secondo Société Générale, dovranno indurre la Banca Centrale a rivedere le proprie strategie monetarie, individuando nuove misure e stimoli economici per contenere l’inflazione, anche nell’ottica delle politiche monetarie della FED, la Banca Centrale statunitense.
Nel mese di gennaio i prezzi al consumo sono rimasti fermi al 2,5% ma quelli relativi alla produzione industriale sono calati all’1,6%. Questa è la 23esima contrazione mensile consecutiva che coinvolge tutte le categorie di materie prime e beni strumentali.