Fed, tassi bassi anche se raggiunti target inflazione e disoccupazione

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 La banca centrale statunitense non ha smentito le attese, riducendo il piano di acquisto asset di 10 miliardi a 55 miliardi di dollari totali. Sempre in linea con le stime arriva la modifica della “forward guidance”, che nella versione aggiornata prevede che per alzare il costo del denaro, fermo a zero dal 2008, sarà tenuto conto di un “ampio spettro” di fattori. Prima il solo riferimento era delineato dal tasso di disoccupazione che, una volta sceso al 6,5%, avrebbe dato il via al processo di normalizzazione della politica monetaria.

Le due mosse che la Fed potrebbe fare nei prossimi mesi

La rettifica era nell’aria e negli ultimi mesi era stata annunciata già da Bernanke e poi da Janet Yellen. La nuova guidance si presenta fondamentale vista la discesa del tasso di partecipazione al mercato del lavoro che trainando “artificialmente” al ribasso il tasso di disoccupazione (6,7% a febbraio) ha fatto perdere influenza a questo indicatore.

Attesa per le decisioni della Fed

Nel comunicato diffuso dal Fomc (Federal Open Market Committee) al termine del primo meeting tenuto da Janet Yellen, viene sottolineato che i tassi a breve potrebbero essere ancora mantenuti sotto un livello considerato “normale” anche se l’occupazione e l’inflazione dovessero raggiungere i target. La Fed ha poi ridotto le stime di crescita 2014 dal 3,2 di dicembre al 3 per cento mentre il tasso di disoccupazione è visto in ribasso al 6,1-6,3% entro la fine dell’anno, contro il 6,3-6,6% stimato in precedenza.

Intanto la decisione sta sostenendo il dollaro, il dollar index si è riportato in quota 80 punti toccando un massimo intraday a 79,92 (dollaroyen a 102,3, eurodollaro a 1,3854), e spingendo al rialzo il rendimento del decennale, al momento al 2,75%.

 

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