Le aziende del comparto delle sigarette elettroniche possono tirare un sospiro di sollievo. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha infatti accolto il ricorso fatto dai produttori delle e-cig dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (DM 16.11.2013 ) a novembre dello scorso anno del decreto ministeriale che imponeva un’imposta del 58.5% e l’obbligo per i produttori di adempire a tutte le pratiche amministrative previste per i produttori della bionde.
Soddisfatti i produttori delle sigarette elettroniche, ma c’è ancora da attendere la decisione della Corte Costituzionale che dirà se il decreto è da cancellare, modificare o lasciare invariato.
Il Tar del Lazio ha così bloccato il decreto che fin dalla sua nascita ha creato delle vaste polemiche.
Infatti, nel testo sono previste due norme – da un lato gli adempimenti burocratici che i produttori di e-cig avrebbero dovuto regolarizzare entro pochissimo tempo per essere in regola con i Monopoli dello Stato, dall’altro la maxi imposizione del 58.5% non solo sulle sigarette elettroniche, ma anche su tutti i prodotti collegati – che avrebbero causato non pochi problemi al settore, rendendone di fatto impossibile lo sviluppo e destinando al fallimento tutti gli imprenditori che negli ultimi anni hanno investito in questo prodotto.
► Una nuova tassa sulle sigarette elettroniche?
Particolarmente soddisfatti i produttori di sigarette elettroniche che hanno visto riconoscersi gli sforzi fatti fin ora per dare vita ad un giro di affari milionario, nonostante il periodo di profonda crisi, che è riuscito a generare in due soli anni circa 5.000 nuovi posti di lavoro.
Da un lato gli adempimenti burocratici che i produttori di e-cih avrebbero dovuto regolarizzare entro pochissimo tempo per essere in regola con i Monopoli dello Stato, dall’altro la maxi imposizione del 58.5% non solo sulle sigarette elettroniche, ma anche su tutti i prodotti collegati