La Rai ha chiuso il proprio esercizio relativo all’anno 2013, tornando in utile, archiviando l’esercizio con profitti di 5 milioni di euro rispetto al rosso di 245 milioni registrato nel 2012. I ricavi si sono attestati a 2748 milioni di euro con un contributo del canone in calo di circa 20 milioni a 1.756 milioni di euro. Il margine operativo lordo è salito da 494 a 663 milioni e intanto il debito è salito da 366 a 441 milioni.
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Viale Mazzini, ha tenuto a precisare il dg Gubitosi presentando i conti, sta già portando avanti da molto tempo una spending review e conta di arrivare al 2015 «saldamente in utile». Il manager ha poi approfittato dei conti positivi per potersi togliere qualche sassolino dalla scarpa: «peccato» non aver scommesso sui risultati con Grillo che aveva previsto perdite per 400 milioni, ha detto. Il gruppo intanto è stato leader negli ascolti con un share del prime time del 40% e «abbiamo conquistato quote di mercato nei confronti di Mediaset invertendo la tendenza dopo anni e anche l’inizio del 2014 non è stato male».
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Approfondendo sulla pubblicità, Gubitosi ha detto che il mercato pubblicitario è ancora in fase recessiva con il segmento tv che ha perso 1,1 miliardi di euro negli ultimi due anni. L’ultimo cenno, alla partita nomine: «Credo che le notizie sulla mia dipartita siano ampiamente esagerate. Mi permetto di parlare anche a nome del presidente Tarantola: ci è stato dato un commitment e credo che sarà portato a termine».