Per aprire un bar al giorno d’oggi non è più necessario avere la licenza così come era previsto un tempo, perché con il passare degli anni sono venute a cambiare le regole relative al numero delle attività che è possibile aprire in una determinata zona.
Ma questo non significa che l’apertura di un bar, come quella di un pub, di una pizzeria o di un ristorante, non sia regolata da norme ben precise che vanno rispettate. Le regole e le limitazioni che oggi esistono per l’apertura di un locale sono almeno quattro. Vediamo quali sono.
Le norme da seguire per l’apertura di un bar
In primo luogo è necessario tenere presente che in molti comuni esistono limitazioni imposte dai comuni stessi, sul numero delle attività apribili in una zona.
In secondo luogo, il locale che si affitta o che si possiede in cui situare l’ attività deve avere una destinazione di uso commerciale e in alcuni casi di somministrazione.
Come terza richiesta, il fondo che si affitta deve essere in linea con alcuni requisiti urbanistici richiesti, come parcheggi, presenza di mezzi pubblici, disturbo della quiete pubblica.
In ultima ipotesi il locale che si affitta deve essere in linea con alcuni requisiti edilizi, richiesti dalle norme sanitarie e da quelle sul lavoro. Tra queste vi sono ad esempio il numero delle superfici e delle vetrate apribili, la salubrità, la giusta proporzione tra le aree di somministrazione dei cibi e quelle di preparazione.
In alcuni comuni italiani la concessione dei permessi di apertura può funzionare anche sulla base di un meccanismo a punti, in relazione al quale ad ogni parametro che abbiamo indicato viene assegnato un certo punteggio.
Tutte queste norme sono applicate quando si desidera aprire un locale nuovo. Per quelli già esistenti si paga una certa somma per la cessione dell’attività a compenso di quanto investito per l’avviamento e di quanto rappresenta il giro di affari che il locale riesce a generare.