La Commissione Europea ha mostrato, con il suo rapporto sugli squilibri economici dell’Unione, come l’Italia sia ancora in una situazione di rischio che potrebbe contagiare anche il resto d’Europa. Anche se non a tinte così forti, il DEF, il Documento di economia e finanza presentato da Mario Monti e approvato dal CDM, conferma queste problematiche: debito/Pil al 130,4% nel 2013, mai così alto dai tempi del fascismo, con un deficit pari al 2,9%.
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Ma, secondo Monti, anche l’Ocse è della stessa opinione, l’Italia ha iniziato ad intraprendere la strada della ripresa: nel testo si legge che il pareggio di bilancio strutturale sarà raggiunto per il 2013 e il rapporto tra il debito e il Prodotto interno lordo (Pil) inizierà a ridursi già dal 2014.
Il premier uscente, nella conferenza stampa che ha accompagnato la presentazione del DEF, ha ribadito che solo continuando sulla strada dell’austerity si può sperare di uscire dalla crisi, anzi, se si dovesse allentare il controllo sulla disciplina finanziaria il paese potrebbe di nuovo ripiombare nella recessione.
Il DEF, come spiegato anche da Vittorio Grilli, mette in evidenza un problema fondamentale sulla strada del pareggio di bilancio: l’Imu. La tassa sugli immobili, infatti, scadrà nel 2015 (anno in cui finisce la fase sperimentale) e, quindi, verrà a mancare dalle casse dello Stato un ingente introito:
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qualora la fase sperimentale dell’Imu non dovesse essere confermata, futuri governi dovranno provvedere alla sostituzione dell’eventuale minor gettito con interventi compensativi. Senza il balzello dell’Imu il pareggio di bilancio è a rischio.