Sergio Marchionne ha confermato l’impegno che ha preso cominciando dal rilancio del marchio Alfa Romeo. Marchionne spiega i motivi dell’operazione e pensa alla quotazione del nuovo gruppo che mira a realizzare al 1 ottobre e comunque entro l’anno, agli investimenti sullo storico marchio del Biscione e alle opportunità che l’agenda Renzi può dare all’industria italiana. «Se Marchionne è d’accordo, a settembre, nell’ambito del giro che farò, vado a Detroit. Io accetto le sfide ma è evidente che a Termini Imerese, come all’Ilva o nel Sulcis, c’è un tema occupazionale» così inizia l’incontro tra il premier e il numero uno di Fiat al Festival dell’Economia di Trento.
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«Lo aspetto volentieri» è stata la risposta di Marchionne che non vuole farsi etichettare come ‘renzianò ma non fa mancare il suo sostegno al premier: «Mi piace, deve andare avanti, non farsi intimidire, deve continuare il suo percorso per il bene dell’Italia». E anche se su Termini Imerese è categorico «quello stabilimento non è utilizzabile per produrre auto, è costato alla Fiat una barca di soldi, per ogni auto prodotta Fiat perdeva 1.500/1.600 euro, perchè – a due passi dal mare – le lamiere uscivano già arrugginite», è convinto: «L’agenda di Renzi è oggi l’unica che abbiamo in Italia e in Europa, spero lo ascoltino». E ha poi confermato «il nostro impegno per l’Alfa Romeo», sottolineando quanto previsto nel piano al 2018 «5 miliardi di investimenti per lo sviluppo di architettura e motori; alla fine andremo a rioccupare tutta la forza lavoro e non avremo eccedenze».