Quando si stipula e si registra un contratto di locazione per un immobile ad uso abitativo, l’inquilino, come abbiamo avuto modo di sottolineare anche in un post pubblicato in precedenza, è tenuto a pagare una serie di tasse di competenza dell’Agenzia delle Entrate. Queste tasse, nello specifico, sono denominate imposta di registro e imposta di bollo.
> Imposte da pagare quando si va in affitto – 2014
In questo post vedremo come calcolare l’imposta di registro sul contratto di affitto secondo quanto previsto dalla normativa fiscale 2014.
> Affitto, la suddivisione delle spese tra proprietario e inquilino
Calcolo della tassa di registro sul contratto di affitto – 2014
L’importo dell’imposta di registro varia a seconda della tipologia di immobile affittato. Ci limitiamo qui al solo tipo dell’immobile ad uso abitativo.
Per gli immobili ad uso abitativo l’imposta di registro è pari al 2 per cento del canone annuo moltiplicato per il numero delle annualità previste dal contratto.
Se si sta registrando un contratto a canone concordato relativo ad un immobile situato in uno dei comuni italiani considerato ad alta densità abitativa, l’imposta non si paga al 100 per cento ma si paga al 70 per cento con una riduzione del 30 per cento.
Inquilino e proprietario, che pagano in solido l’imposta di registro, possono scegliere di pagare questa tassa in un’unica soluzione al momento della registrazione, come indicato, oppure anno per anno, pagando il 2 per cento del canone annuale più gli eventuali aumenti Istat. In questo caso il versamento relativo alla prima annualità non può essere inferiore a 67 euro.
Chi paga in un’unica soluzione beneficia nel 2014 di una detrazione di imposta pari alla metà del tasso di interesse legale – metà dell’1 per cento – moltiplicata per il numero delle annualità.
E’ necessario ricordare che i proprietari che aderiscono al regime opzionale della cedolare secca non sono tenuti al pagamento dell’imposta di registro.