Per quanto diverso (sicuramente più complicato) possa essere l’approccio ECB allo stimolo monetario straordinario, rispetto a quello delle banche anglosassoni, in base alla reazione odierna, gli investitori gli attribuiscono grossomodo i medesimi effetti. Asset inflation in primo luogo, e solo successivamente effetti sulla crescita, e soprattutto sull’inflazione.
Sulla base dell’esperienza US, ne hanno motivo. Le varie erogazioni di QE hanno soprattutto alimentato corposi rally degli asset, sedando progressivamente la volatilità. Il ciclo ne ha beneficiato gradualmente, e stiamo ancora attendendo, a 5 anni dall’inizio della cura, un ritorno dell’inflazione al target FED.
> Bce, anche la Bundesbank propone di abbassare il costo del denaro
Del meeting di ieri, al di la dei tecnicismi, il messaggio colto dai mercati è che l’ECB è pronta a fare di più (“have we finished? No.”) per ottenere il ritorno dell’inflazione al target, spiega il commento giornaliero ai mercati finanziari di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.. E siccome, in base all’esperienza passata, è difficile che quanto dispiegato ieri abbia un impatto rapido sui prezzi, l’ ECB farà di più.
Gli operatori in coro non parlano d’altro: se vi sono dubbi sull’efficacia delle misure ECB nello stimolare il credito e indebolire l’euro, l’effetto sugli asset e la volatilità è scontato. Per cui, sotto a mettere in piedi carry trades di vario genere, in anticipazione degli effetti sugli asset delle misure disposte, e di quelle future. Non a caso, i desk che servono gli hedge funds riferiscono acquisti di bond periferici a 3 – 5 anni per ammontari incredibili.