Come avevamo previsto ieri il FOMC ha deciso di lasciare invariate le strategie monetarie in essere (tassi d’interesse su livelli bassi 0-0,25% e tapering di 10 mld di dollari). Dal prossimo mese gli acquisti mensili da parte della banca centrale del paese a stelle e strisce di Treasuries e MBS (Mortgage Backed Securities) passeranno da 45 a 35 miliardi di dollari (20 miliardi in titoli di stato e 15 miliardi in titoli legati ai mutui). Nella conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi il governatore del Federal Reserve System, Janet Yellen, ha scelto di utilizzare toni molto “dovish” (parole da colomba) non sottolineando i rischi di una possibile accelerazione dell’inflazione (evidenziati nelle ultime cifre del CPI) e confermando invece come i tassi d’interesse rimarranno su livelli bassi ancora per un prolungato periodo di tempo spiega il desk di Ig. I mercati azionari hanno beneficiato di tali dichiarazioni mostrando nuovi record, il dollaro, invece, ne ha inevitabilmente risentito perdendo un po’ di forza (dollar index sceso fino a 80,25). Riviste al ribasso le stime sul PIL 2014 (da +2,8%/+3% al range +2,1%/+2,3), ribaditi invece i target 2015 e 2016.
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Le parole della Yellen ci hanno suggerito di mantenere invariate le nostre aspettative sul prossimo rialzo del costo del denaro nel paese a stelle e strisce nel secondo/terzo trimestre 2015. Altro elemento interessante è stato il voto unanime. Anche i nuovi membri del Board (Stanley Fischer, Lael Brainard e Loretta Mester) si sono allineati (almeno per il momento) alle politiche della Yellen. Avremo più indicazioni su tale meeting alla pubblicazione dei verbali nelle prossime settimane
Sul fronte valutario intanto continua la crisi del peso argentino sulla scia dei forti rischi di un default del paese guidato da Cristina Fernandez de Kirchner. Il cambio ufficiale tra dollaro statunitense e peso argentino si attesta a 8,13 in rialzo rispetto alle precedenti sessioni. Il deprezzamento della valuta di Buenos Aires lo si osserva più nettamente guardando alle quotazioni sul mercato parallelo. Il dolar blue viene, infatti, scambiato a 12,50 pesos argentinos tornando vicino ai valori record di gennaio. Abbiamo forti dubbi che l’esecutivo della Kirchner possa arrivare a fine mandato. Crediamo che un nuovo governo potrebbe creare più ottimismo sui mercati e ridare uno slancio alle attività economiche del paese.