Ieri la volatilità dei mercati è stata abbastanza sostenuta, se confrontata con la media degli ultimi tempi, con le borse americane a fare da traino ai mercati con dei tentativi di discesa che hanno trascinato con sé anche le borse europee (Dax sopra tutto), ai quali sono corrisposti acquisti di yen ed inizialmente di dollaro americano, quest’ultimi poi rientrati.
Ieri abbiamo avuto l’ennesima conferma di come guardare le borse americane possa essere un buon punto di partenza per interpretare il sentiment degli operatori e l’andamento dei mercati. Alle ore 15.30, dopo la pubblicazione di dati neutri (tutti i dati Usa come da attese, soltanto le personal spending di maggio a 0.2% contro uno 0.4% scontato dal mercatoi fronte alla pubblicazione di dati) improvvisamente si sono scatenate delle vendite sugli indici americani, con lo S&P500, il nostro benchmark valutativo, spiega in report di DailyFx, in picchiata da quota 1,960.00 ai supporti passanti per 1,945.00, area visitata già due volte negli ultimi due giorni.
> Wall Street, Borse al rialzo dopo i dati sulla disoccupazione
Il panico si è sentito, soprattutto nei cuori di chi sta stimando la possibilità di partenza di movimenti ribassisti strutturali degli indici, ora non ancora arrivata a nostro parere. Ci troviamo infatti, come ripetiamo da qualche giorno, di fronte ad un mercato che sembra stia facendo le prove di un grande spettacolo, prove che però non sono ancora sufficienti per andare in scena. Il recupero è stato infatti veloce ed ordinato tecnicamente, prima di aver seguito lo storno avvenuto nella notte da parte del Nikkei. All’interno di questo quadro, lo yen ha ricoperto (e continua a farlo durante queste prime ore del mattino) un ruolo da protagonista. Il suo rafforzamento è stato importante ed ha consacrato il ruolo di valuta rifugio della divisa nipponica, status che non possiamo ancora ritenere definitivo per il dollaro americano.