La crisi porta sempre più giù il valore delle case: nei primi tre mesi del 2014 l’indice dei prezzi degli immobili è calato dello 0,7% sul trimestre precedente e del 4,6% rispetto al 2013. È quanto rilevato dall’Istat. Il calo riguarda soprattutto gli immobili già esistenti, non più di «prima mano», per cui la flessione fa registrare un -5,3%. Ma scendono anche i prezzi delle nuove case: -2,6%. Si conferma così, spiega l’istat, «la tendenza al calo congiunturale e tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto da oltre due anni». Comunque, sottolinea l’Istat, «per il quarto trimestre consecutivo la flessione va lentamente attenuandosi dal -6,0% del primo trimestre 2013, che rappresenta la variazione tendenziale negativa più ampia da quando è disponibile la serie storica dell’indice», cioè dal 2010.
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«Il tracollo del prezzo delle abitazioni in Italia, sceso del 10,4% in 4 anni, è la conseguenza della crisi economica registrata nel nostro paese, che ha portato ad un crollo delle compravendite immobiliari», è l’attacco di Codacons. Il prezzo degli immobili, dice il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, «scendono se le famiglie non comprano. La perdita del potere d’acquisto dei cittadini e il progressivo impoverimento generale del paese, ha portato ad una forte riduzione delle compravendite di abitazioni. Ma le responsabilità sono da ricercare anche nel settore bancario». Gli istituti di credito, infatti, conclude Rienzi, «hanno reagito alla crisi bloccando le erogazioni dei mutui, al punto che dal 2007 al 2013 i mutui erogati per l’acquisto di un’abitazione sono passati da 62,7 miliardi di euro a 17,6 miliardi di euro, con un incredibile crollo del -72% in soli 6 anni».