Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, sta tentando di mettere sotto controllo la macchina pubblica che con la (contro) riforma del Titolo quinto del 2001 ha moltiplicato in modo esponenziale i soggetti che sono autorizzati a spendere denaro. Le ultime stime del governo ne calcolano 32mila, l’intento è scendere a 35. Cottarelli discuterà con il governo le modalità per arrivarci. I costi «benchmark» al momento sono delimitati a distretti in cui calcolare gli sprechi è più semplice: elettricità, gas, telefonia fissa e mobile, carburanti, carburanti a rete (ovvero quelli che vengono forniti a domicilio), combustibili per riscaldamento. Per questo tipo di prodotti la pubblica amministrazione è tenuta a fare gli acquisti per mezzo della Centrale degli acquisti nazionale, salvo che non riesca a trovare fornitori a prezzi più bassi.
> La Spending Review di Cottarelli – Ministeri, riscossione fiscale e consumi energetici
Dalla prossima settimana si comincia a fare sul serio: Carlo Cottarelli e Raffaele Cantone, il magistrato scelto da Renzi per guidare l’autorità anticorruzione, faranno recapitare cento lettere allo stesso numero enti pubblici a cui verranno chiesti chiarimenti sulle modalità di acquisto di quei beni. Non si possono conoscere i destinatari, si sa soltanto che nella lista c’è di tutto: Asl, ministeri, Comuni, chiunque abbia fatto acquisti fuori dalle procedure Consip.
Al Tesoro tengono a precisare che il campione non è di «sospettati», anche se si tratta di procedure anomale sulle quali vuole vederci chiaro. Se le risposte non saranno esaurienti, Cottarelli manderà la Guardia di Finanza a controllare da vicino l’accaduto, nei casi estremi ad acquisire carte: è ciò che prevedono i poteri del decreto che ha istituito il commissario alla spesa.