Il 43% dei pensionati, pari a 6,8 milioni di persone, «assorbe circa il 20% della spesa annua complessiva ricevendo una o più prestazioni d’importo medio mensile inferiori ai mille euro lordi. Tra questi, il 13,4%, pari a 2,1 milioni, si situa al di sotto di 500 euro».
È quanto emerge dal bilancio Inps 2013. Lo scorso anno, spiega il commissario straordinario, Vittorio Conti, «dei 14,3 milioni di pensionati Inps, cifra al netto dei beneficiari di pensioni assistenziali, 5 milioni hanno percepito una rendita media di 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni di soli 294 euro».
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Sono pensioni «prevalentemente originate dal vecchio sistema retributivo – spiega Conti – il cui esiguo importo è riconducibile in larga misura a carriere lavorative complessivamente troppo brevi e discontinue». Secondo Conti, «la crisi e le sue mutazioni nel tempo stanno approfondendo ed esasperando problematiche sociali latenti con l’aggiunta di nuovi soggetti deboli: milioni di disoccupati e inoccupati giovani e meno giovani, famiglie prive di reddito stabile a rischio povertà ed esclusione sociale».
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Il reddito medio pensionistico, viene evidenziato nel rapporto annuale Inps, recepito come il totale di tutti i redditi da pensione, sia di natura assistenziale sia previdenziale, è di 1.297 euro lordi mensili. I valori medi delle pensioni distribuite alle donne rimangono molto più bassi degli assegni dati agli uomini. Le donne, pur raffigurando il 54% della somma dei beneficiari, cioè 8,5 milioni, hanno una quota di reddito pensionistico pari al 45% a causa del minor importo dei trattamenti percepiti: 1.081 euro lordi mensili a fronte di 1.547 per gli uomini”.