Mancano ancora 15 giorni all’appuntamento dell’estate (FOMC) ed i mercati continuano a muoversi secondo logiche che si creano e si distruggono nel giro di poche ore, Le correlazioni tra i diversi strumenti finanziari, quando si realizzano, durano così poco tempo che dal punto di vista operativo risulta impossibile fare affidamento su di esse per poter impostare ragionamenti d’investimento. Come fare dunque?
Se guardiamo la chiusura di settimana, con il dollaro canadese venduto in maniera pesante dopo la pubblicazione del tasso di disoccupazione, la risposta sembrerebbe sì. Una rilevazione pari a 7.1% contro attese pari al precedente 7.0% ed il gioco è fatto spiega DailyFx. Ma il Canada non fornisce da tempo spunti di riflessione a livello di politiche monetarie, dunque una reazione di fronte ai dati non deve stupire e di fatti non lo fa, dato che il loonie ci ha abituato a reazioni importanti di fronte alla pubblicazione dei dati principali.
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Reazioni che potrebbero caratterizzare le diverse valute durante questa settimana, dopo che la BCE ha tracciato la linea guida delle proprie azioni e la Fed deve incontrarsi a fine mese, andando molto probabilmente a portare il livello di acquisti di asset a sostegno dell’economia sotto la soglia di 30 miliardi/mese. Calendario macroeconomico alla mano dunque e capacità di astrarsi dalla ricerca spasmodica di spunti operativi dove non ci sono.
Nel metodo di analisi a sostegno delle decisioni di investimento che raccontiamo ai trader quando essi ci vengono ad incontrare, le correlazioni intermarket ed intramarket vanno a far parte dell’ultimo punto di studio di una potenziale situazione di acquisto o di vendita, un punto coadiuvante che deve andare a confermare (o talvolta suggerire) delle situazioni interessanti già verificate però dal punto di vista tecnico, quello che va a guidare qualsiasi scelta di investimento presa sui nostri desk. Sembrerà banale come riflessione, ma mai come in questo momento d’attesa occorre riuscire a rimanere lucidi e freddi di fronte a situazioni che se studiate in un modo troppo “fantasioso” potrebbero risultare controproducenti. Persino lo yen, che in chiusura di settimana scorsa ha mostrato delle chiare dinamiche correlative dettate da avversione al rischio, questa notte non è stato venduto a finanziamento degli acquisti visti sul Nikkei.