Scenario grafico immutato per il Nikkei che termina la seduta in territorio positivo a quota 15213,63, con un progresso dello 0,35%. I prezzi hanno messo a segno un altro passo avanti ma il movimento odierno non è ancora sufficiente per risollevare le sorti dell’indice. Reazioni fino ad area 15235 hanno certamente allentato le tensioni senza tuttavia modificare lo scenario negativo. Per intravedere un miglioramento del quadro prospettico di medio breve termine, l’indice dovrà infatti compiere uno sforzo ulteriore per riuscire a stabilizzarsi oltre area 15300 e spingersi nuovamente oltre area 15500 verso i massimi di fine luglio a 15759 scrive Fta online. Il mancato superamento di 15300 rischia invece di anticipare nuovi approfondimenti che, sotto area 15000, potrebbero intensificarsi e portare alla violazione dei minimi di agosto a 14750 punti, un livello che allo stato attuale rappresenta l’ultimo baluardo in grado di scongiurare l’affondo fino ai minimi di aprile in area 13900. Moderato progresso anche per il Topix che ha terminato la seduta a 1262,13 punti (+0,35%).
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Indicazioni contrastanti sul versante macroeconomico: il board della Bank of Japan (BoJ) ha votato ancora una volta all’unanimità il mantenimento delle politiche monetarie in atto, confermando le valutazioni sullo stato dell’economia nipponica. Ma, secondo quanto emerge dalle minute del meeting del 14-15 luglio, diversi esponenti del consiglio direttivo dell’istituto centrale hanno espresso visioni più prudenti sul raggiungimento del target d’inflazione al 2% nel 20 15. A imporre cautela la debolezza dell’export e l’impatto più duro del previsto sulla spesa delle famiglie dall’aumento dell’imposta sui consumi entrata in vigore il 1° aprile. Abbastanza per rivedere al ribasso le stime di crescita dell’economia del Giappone nell’attuale esercizio. La nota positiva è venuta dall’output gap – il divario tra Pil reale e potenziale – che per la prima volta in sei anni ha virato in positivo nel primo trimestre del 2014. Il Pil del Giappone è calato del 6,8% nel secondo trimestre del 2014, declino più deciso dopo quello legato agli effetti di terremoto e tsunami del 2011, in gran parte a causa dell’impatto più duro del previsto dell’aumento dell’imposta sui consumi in vigore dal 1° aprile scorso. Il dato preliminare, diffuso dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, si è rivelato comunque migliore del calo del 7,1% atteso in media degli economisti e si confronta con la flessione del 6,1% (rivista dal -6,7% preliminare) del trimestre precedente.