È prevista per gennaio la partenza del piano Poletti per il lavoro. I tempi parlamentari indicano che la riforma della struttura dei contratti potrà esserci entro fine anno e, parallelamente, potranno essere pronti i decreti legislativi che applicano praticamente il nuovo sistema.
“Poi – dice il sottosegretario Luigi Bobba – partirà quell’opera di riforma e semplificazione delle leggi sul lavoro, compreso lo Statuto dei lavoratori, alla quale ha recentemente accennato lo stesso Presidente del Consiglio”. Una riscrittura che va sotto il nome di Codice del lavoro.
La prima parte del piano del ministro Poletti è stata anticipata a maggio con la riforma dei contratti a tempo determinato. L’intento del governo era quello di limitare il ricorso ai Co. co. pro. e alle false partite Iva che celano il più delle volte rapporti di lavoro subordinato. I tre anni di contratto a tempo determinato con cinque proroghe massime pare che abbiano avuto qualche effetto importante a soli tre mesi dal varo: “Ci risulta – dice Bobba – che in questi novanta giorni i contratti a tempo determinato siano aumentati del 7,6 per cento mentre quelli di apprendistato si siano incrementati del 3,4”. Contemporaneamente si sono registrate lievi flessioni per partite Iva e Co. co. pro.
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I contratti precari riproducono da soli il 68 % dei nuovi rapporti di lavoro. Intanto la Commissione del Senato è chiamata ad approvare la seconda parte della riforma, quella che interessa i contratti a tempo indeterminato e gli ammortizzatori sociali. L’articolo 18, che tutela i dipendenti da licenziamenti arbitrari, sarà mantenuto anche se da dopo tre anni dall’assunzione.