Confesercenti, dichiara la mancata crescita continuerà nel 2015

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Non c’è ripresa quest’anno e quella del 2015 non sarà sufficiente a stimolare gli investimenti e l’occupazione. Dalle stime di Confesercenti emerge anche che nei tre anni tra il 2009 e il 2012 le famiglie e le imprese italiane hanno “sborsato” 20 miliardi in più di imposte e spese.

 

Poi, a fine anno, il Pil scenderà dello 0,2%, mentre nel 2015 migliorerà “in modo molto ridotto” dello 0,9%, un dato “non sufficiente” per spingere gli investimenti e l’occupazione. Anche perché   dal 2009 al 2012 famiglie e imprese italiane hanno “sborsato” 20 miliardi in più di imposte e tariffe. La pressione fiscale e contributiva “continua ad essere troppo elevata, bloccata al 44% del Pil, non possiamo pensare di crescere così”, ha spiegato il presidente dell’associazione, Marco Venturi.

“Ancora una volta nel 2014 mancheremo la ripresa: le speranze di crescita sono rimandate al 2015 e questa dovrebbe essere quella mezza buona” continua Venturi sottolineando che lo “lo scenario non è certo entusiasmante” perché non c’è “un’inversione di tendenza”. Stando a Venturi resta una immensa incertezza riguardo alla ripresa e questa insicurezza è dannosa per il rilancio dei consumi interni.

Confindustria – Le previsioni per il terzo trimestre 2014 restano negative

Il prossimo anno i consumi delle famiglie dovrebbero risalire dello 0,7%, dopo il +2% di quest’anno, mentre gli investimenti resteranno fissi, dopo la contrazione dell’1,5 dell’anno in corso, risulterebbero positivi con un +1,6%. Diminuirebbe invece il rischio deflazione, con un’inflazione che andrà dallo 0,4% di quest’anno allo 0,7% l’anno prossimo.

Nei primi otto mesi dell’anno le chiusure di imprese solo per il commercio sono pari a 25 mila. A preoccupare Confesercenti sono i “6 milioni di persone che non lavorano o perché hanno perso il posto (sono circa 3 milioni) o perché sono rimasti ai margini del mercato del lavoro scoraggiati dalla situazione di crisi (altri 3 milioni)”.

 

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