A partire dalla prossima settimana, il Premier Matteo Renzi si dice disposto a “Riaprire la sala verde” (quella destinata alla concertazione) per gli incontri con Cgil, Cisl e Uil in merito alla riforma con la quale il suo governo si gioca gran parte del futuro: il Jobs Act. C’è dunque aria di intesa tra i sindacati e l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Certo, sono da superare alcuni ostacoli provenienti dall’interno del Partito Democratico, ma qualcosa si muove in positivo. L’ex Sindaco di Firenze dovrà prima di tutto convincere la minoranza del suo partito a votare in maniera compatta, per poi fare i conti con Cgil, Cisl e Uil.
I tre organi suddetti, attualmente, sono intenzionati alla cancellazione della mobilitazione unitaria contro la cancellazione dell’articolo 18. Ma il messaggio proveniente da Palazzo Chigi ha sorpreso i segretari: “Dalla prossima settimana sono disposto a riaprire le trattative”.
Immediata la risposta della Cgil. L’intervento di Renzi, che si dice pronto a ripartire con la concertazione, suona ancora come “contraddittorio” nell’ottica dell’eliminazione del precariato e della volontà di superare la frontiera del mercato del lavoro duale. Ma, come fanno sapere i vertici del sindacato, se Renzi lo desidera la Cgil è sempre pronta al confronto.
Si va, dunque, verso l’accordo sulla riforma. La Uil ha replicato alle parole del Premier affermando che si attendono protezioni e tutele crescenti nei confronti dei lavoratori al momento sprovvisti e non nei confronti dei lavoratori che già le hanno. In caso contrario sarà indetto uno sciopero generale.
Cisl è interessata alla riapertura del dialogo, ed è pronta a discutere con Renzi. Le condizioni? Una svolta sulla precarietà e l’abolizione di tutte le forme di flessibilità non regolarizzate.