Successivamente alla sostituzione della rete dei tubi di trasporto petrolifero e di gas per via di una perdita, Kashagan ha dovuto ritardare la ripresa di produzione e ha elevato i costi per altri 3,6 miliardi di dolari. Per tale lavoro, il consorzio internazionale in cui è coinvolto anche Eni (quota pari al 16,8%) sta trattando con Saipem.
Kashagan, è il più oneroso progetto di estrazione petrolifera al mondo. La produzione è partita lo scorso mese per poi bloccarsi dopo alcune settimane successivamente alla scoperta di perdite di gas nella rete di condotte, parte del progetto da 50 miliardi di dollari.
Reuters ha comunicato che:
La sostituzione dei tubi nel giacimento petrolifero, che si trova al largo del Mar Caspio, costerà fra 1,6 e 3,6 miliardi di dollari, secondo quanto sostiene il ministero dell’Energia kazako in un documento visionato dalla nostra agenzia. I costi finali della sostituzione dipenderanno soprattutto dalla resistenza alla corrosione dei tubi usati per le nuove condotte, sottolinea il ministero kazako. Il giacimento si trova a 4.200 metri al di sotto del fondo marino ed è sottoposto a una forte pressione. Gli attuali ritardi nei test sull’acciaio e sulle saldature potrebbero vanificare i piani di riavvio della produzione nel campo attesi nella seconda metà del 2016, sostiene il ministero nell’informativa inviata al Parlamento kazako. Il consorzio che sta sviluppando Kashagan è in trattative con Saipem per la sostituzione delle tubature per il passaggio del petrolio e del gas, come aggiuge il ministero.
Saipem ha collocato gli attuali tubi a Kashagan, adottando collegamenti forniti dalle società giapponesi Sumitomo e Jfe. Il ministero dell’Energia kazako non ha specificato chi fornirà i tubi per le nuove condotte.