Tempo di bilanci parziali per Bankitalia, che prende nota delle previsioni macroeconomiche prospettate da Pier Carlo Padoan. La nota di aggiornamento del Def ritiene che siano complessivamente “condivisibili” ma contemplano rischi al ribasso.
La debolezza delle basi su cui il Ministero delle’Economia sta fondando il suo futuro prossimo è messa in luce da Via Nazionale, mediante il vicedirettore generale Luigi Federico Signorini:
Quelle stime presuppongono un punto di svolta imminente nell’attività di investimento, il cui verificarsi però non appare scontato alla luce della persistente debolezza degli indicatori di fiducia delle imprese. Non solo: le annunciate riforme della Pubblica amministrazione, del lavoro e della giustizia secondo il governo innalzerebbero il prodotto di quasi 3,5 punti percentuali, cumulativamente, entro il 2020, ma quell’effetto per ora è tutto sulla carta. Oltre due terzi dell’impatto, infatti, sono riconducibili a misure in corso di approvazione, alcune delle quali non ancora delineate con sufficiente grado di dettaglio. Sugli effetti di tali azioni grava quindi al momento un’incertezza non trascurabile, che potrà essere significativamente ridotta solo nella misura in cui il disegno degli interventi verrà pienamente definito in tempi rapidi e attuato senza esitazioni e ritardi.
Per tale ragione, è importante che le leggi siano fatte diminuendo al minimo l’esigenza di atti secondari, a livello centrale o locale, che sono spesso fonte di ritardi e incertezza. Occorrono, dunque, meno norme quadro da completare con decreti attuativi che poi tardano sempre ad arrivare. Pare che il riferimento, tra l’altro, al Jobs Act, sia esplicito. Si tratta infatti di un disegno di legge che per produrre effetti avrà bisogno di decreti delegati destinati ad arrivare non prima del 2015.